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GLI ACARNESI | 95 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu{{padleft:206|3|0]]
SECONDA PARABASI
coro
Strofe
Oh vedi, vedi, Atene, quale finezza d’uom, che sapientone!
Quante mai grasce, per la tregua ch’ei strinse,orasi gode, buone
queste a mangiare calde calde, quelle a serbar ne la magione!
corifeo
Epirrema
Si, la fonte a lui spontanea d’ogni bene si disserra!
Mai sarà che in casa accogliere possa il Nume io de la guerra,
né, ch’ei l’inno, stando a tavola presso a me, dica d’Armodio:
ché per essere un uom dedito al bicchiere, io troppo l’odio.
Improvviso su noialtri che s’avea le grasce a macca,
piomba, e tutto manda all’aria, spezza, atterra e brighe attacca.
Ed a nulla me giovato che gli usai buone maniere:
« Vuoi sedere? Bevi un gocciolo! Siamo amici, to’ un bicchiere! »