Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
I CAVALIERI | 191 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu{{padleft:302|3|0]]
salsicciaio
Povero me, son fritto! In casa, il vecchio
è la migliore pasta d’uomo: come
siede su queste panche, resta a bocca
aperta, come se parasse fichi!
coro
Strofe a| Salsicciaio.
Or ti conviene tutte mollare le tue sarte:
impeto e ardor t’occorrono, a vincer la partita,
parola infaticabile. È l’uom rotto ad ogni arte,
e pur donde non scorgi alcuna uscita,
ei sa levare il tacco.
Moltiplicati, dunque, sfolgora nell’attacco!
Invito
Sii, in guardia! E, prevenendolo, prima ch’ei s’avvicini,
cala in mare gli schifi, leva in alto i delfini!
paflagone
Chieggo alla diva Pallade, protettrice d’Atene,
che se l’uomo io mi sono che arreca maggior bene
ai cittadini, dopo Usicle, Salabecca
e Cinna, m’abbia, senza nulla mai far, la macca
di pranzar, come or pranzo, nel Pritanèo! (a Popolo) Ma se
ti vo’ mal, se da solo non m’azzuffo per te,
crepi, sia fatto in briciole, di me faccian cavezze!