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PREFAZIONE LXXIII

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cullare la sublimità. Quest’ultima dote ebbe pieno campo
d’estrinsecarsi in due specialmente dei suoi drammi, le
Città, già ricordate, e i Demi. (’) Del primo, di cui pur
Fig. 19 (pag. XLV)
ci resta qualche bel frammento — non avrebbe stonato
sulle labbra di Dante l’amara rampogna: Quei che già
per lumài sdegnati avreste — ora duci eleggete: oh Atene,
0) I demi attici corrispondono a un dipresso ai nostri comuni come
basi della cittadinanza.

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