< Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) III.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
LE DONNE ALLA FESTA DI DEMETRA | 135 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Commedie di Aristofane (Romagnoli) III.djvu{{padleft:138|3|0]]
euripide
No, un altro: non l’hai visto mai?.
mnesiloco
Che, niente quel barbone?
euripide
Non l’hai visto
mai?
mnesiloco
No, perdio, che almeno io sappia.
euripide
Certo
fottuto l’hai, ma non lo sai neppure.
Ma stiamo un po’ in disparte, ché s’avanza
uno dei servi suoi, recando rami
di mirto e fuoco: prima di comporre,
sembra che offrire un sacrifizio intenda.
SERVO D’AGATONE
’avanza grave, con l’occorrente per un sacrifizio, brucia incenso,
e canta.
Taccian le turbe, restino
tutte le labbra chiuse,
però che il sacro tfaso
venuto è delle Muse
a far del mio padrone
canora la magione.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.