Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
LE DONNE ALLA FESTA DI DEMETRA | 159 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Commedie di Aristofane (Romagnoli) III.djvu{{padleft:162|3|0]]
peschi un marito ricco, e sia pur grullo
e tondo: e ingegno e senno abbia il mio bimbo. —
Dove, dove trovare un posto comodo
per udir gli oratori? O Tracia, vattene,
tu, ché alle schiave udire non è lecito I —
L’ancella se ne va: le donne si sono intanto raccoltivi’’
intorno all’altare di Diònisio.
sacerdotessa
Silenzio, silenzio! Imploriamo le Tesmòfore, Dèmetra, e
Core, e Pluto, e Calligèneia, ed Ermète, e le Grazie,
perché quest’assemblea e questo congresso facciano la
migliore e la più bella riuscita, e sortano l’esito più proficuo per la città degli Ateniesi, e più utile per noi, e
perché prevalga il parere di colei che abbia le migliori
vedute intomo agli Ateniesi e al sesso femminile. Questo
imploriamo: e a noi ogni felicità,
lo Peàn, io Peàn, allegria!
coro
Sia questo il voto! Appaiano
lieti nel santo Coro
gli Dei: tu, Giove, o altissimo,
tu, dalla cetra d’oro
signor, che imperi sulla
sacra Deio; e, fanciulla
possente, tu dall’aurea
lancia e le glauche ciglia,
che siedi nella fulgida
città nostra; e tu, figlia
di Latona la bella,
cacciatrice donzella.