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168 ARISTOFANE

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compagno a te, perfino il pipi, torto
come una fava! » — Son le nostre o no,
queste ribalderie? Proprio le nostre.
E pqì, ci riscaldiamo contro Euripide?
Ma che ci ha dato più del conto nostro?

coro

prorompendo con somma indignazione.
Come dunque un fatto simile
potè darsi? O meraviglia!
Questa donna temeraria,
di qual terra sarà figlia?
Che tai cose osasse dire,
non l’avrei proprio pensata,
né che avesse tanto ardire,
questa donna spudorata!
Dove andrem di questo passo?
Dice ben l’antico motto:
sotto ad ogni sasso spia,
ché un orator di morso non ti dia!
Se n eccettui le femmine, niuna cosa maggior danno
può recare delle femmine che pudore in sé non hanno.

donna a

Ah, no davvero, o donne, in voi non siete; ma
o un filtro, o qualche male la mente offesa v’ha,
se patite che oltraggi simili una tal peste
ne scagli. Ma se donne siam davvero, su, preste
sfraschiamo, con l’aiuto delle nostre fantesche,
a costei, con la cenere, il macchion delle tresche,
affinché lei, eh è femmina, a non dir male apprenda,
d’ora in poi, delle femmine.

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