< Pagina:Corrado Ricci, L'arte dei bambini.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
36 l'arte dei bambini

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Corrado Ricci, L'arte dei bambini.djvu{{padleft:46|3|0]]

Riguardo ai selvaggi, esperienze ripetute e scrupolose hanno provato che il loro senso cromatico non è per nulla difettoso. Restano finalmente i bambini di cui debbo parlare.

Il Preyer fu il primo o almeno il più tenace a sostenere che nei bambini la sensazione del colore «si sviluppa in quella stessa guisa che tracciò Magnus per l'evoluzione storica.» Secondo lui, dapprima non vedrebbero che il giallo e il rosso, e solo più tardi, il verde e l'azzurro che confondevano col grigio. Ciò parve importantissimo al Magnus, il quale credette di trovare a un tratto una base fisiologica e un considerevole argomento a favore della propria opinione.

Il Preyer portava a tre anni almeno il primo svilupparsi del senso dei colori, mentre Genzmer di Halle anticipava d'assai mettendo l'impressione del rosso a quattro mesi, notando che anche presso gli antichi il rosso

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.