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SONETTO IV.
Donna, se mai d’alcun pietà vi prese,
O se l’aurato stral vi punse il cuore,
Deh! vengavi pietà del mio dolore,
De’ miei martiri, e di mie fiamme accese.
Il vostro ragionar dolce e cortese,
E gli occhi vaghi ove s’annida amore,
Le bionde trecce mi legaro il core,
Che non puote, nè, volle far difese.
Ond’ei si cruccia, si lamenta, e duole,
Che la più bella e più leggiadra Dama
Che cinga intorno il Mare, o scaldi il Sole,
Non si degni d’amar chi lei solo ama,
In vita, e dopo morte amar la vuole,
Se col corpo non muor l’ardente brama.
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