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A


PASQUALE VILLARI



Ricordi quel giorno che c’incontrammo la prima volta? Di te m’era già noto l’ingegno eminente dello storico, ma sentii da quel giorno la carità dell’amico. Tu m’eccitasti a sperare, m’apristi la via dell’avvenire, e mi sostenesti, visibile provvidenza, contro la guerra degli uomini e della fortuna. Quante volte io t’ho benedetto con la mia vecchia madre, a cui consolasti, nel figlio, il cuor contristato da molte lagrime! Quante volte negli anni dolorosi ed incerti mi venne da te lena agli studi, che altrimenti sarebbero stati interrotti per sempre! Permettimi quindi d’offrirti il volume ch’io pubblico. Comunque ne giudichi le idee, ciò m’assicura che tu le sai frutto sincero d’una ragione disdegnosa di gioghi.

Firenze, 7 agosto 1874.
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