Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
14 | introduzione |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Critica Moderna - Trezza.djvu{{padleft:24|3|0]] cumulato dall’esperienza, ma l’organismo, in cui si feconda il lavoro, non si trova che in uno stato, per così dire, latente. Neil’uomo moderno si sono compiute le più grandi rivoluzioni della storia; egli le porta segnate nel proprio cervello, e si mantengono nella coscienza storica del mondo contemporaneo; ma quanti sono i partecipi della vita moderna? Certo è che un nuovo concetto delle cose ci vien disvelato dalle scienze fisiche e storiche; ma quante sono le menti nelle quali entri quel concetto, formandosi in virtù creatrice di spirito conscio di se? Nei più tu vedi un sovrapporsi di stati che combattono l’un contro l’altro. Essi ondeggiano ancora fra la vita e la morte, tra senilmente esausti e infantilmente novizi. Per ciò la ragione vacilla, a mal grado dei molti trionfi, e i suoi nemici la minacciano anche in mezzo alle sconfitte. Minacciano di disfare il lavoro dei secoli, di sforzare a ritroso l’evoluzione storica, strozzando nei dogmi la libertà della scienza. È già un gran danno che tutto ciò si creda possibile, e che. in parte, lo sia.
Pur troppo l’uomo moderno non è ancor libero veramente; non è uscito del tutto dal vecchio