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PARTE PRIMA
I.
iniva la giornata violenta e tormentosa. Dal mattino la terra bruciava sotto lo splendido sole di agosto, bruciava lentamente, consumando le sue sorgenti di vita e di freschezza, diventando gialla, smorta, arida; l’aria rimaneva senza moto, greve, infiammata, carica di profumi acri; i fiori dei giardini morivano, estenuati da quel lusso di calore, simili a coppe d’incenso dove fumano intensamente gli ultimi granelli votivi; le vigne vesuviane, basse, contorte, arse dal nero terreno vulcanico, arse dal sole esalavano un forte sentore di zolfo che saliva al cervello; dal terrazzi saliva un penetrante odore di asfalto liquefatto. Il mare era di un azzurro bruno, quasi nero, dai riflessi di metallo in fusione; nel piccolo porto del Granatello, ammarrate le barche e le barcacce, coperte di tela bianca, sotto cui dormivano pesantemente i marinai ed i pescatori; la caserma dei