< Pagina:D'Annunzio - Isaotta Guttadauro, 1886.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
206 | Gabriele d’Annunzio |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Isaotta Guttadauro, 1886.djvu{{padleft:212|3|0]]
esalava ne ’l respiro.
I capelli aridi in onde
s’accoglieano su le tempie,
su la nuca, di profonde
voluttà larghi a l’amante
che scioglieali ne l’alcova,
forse; e avean talor riflessi
di viola, come a prova
de la fiamma il puro acciaio.
II.
Questa nobil donna un giorno
io conobbi. Era l’estate
ampia; e dolce il mare intorno
diffondevasi nel sole,
come un drappo suntuoso.
Templi, portici, obelischi
partoria l’imaginoso
vespro; e a fior de ’l mare pénsili
le sottili architetture
si moveano lentamente:
emergean lunghe figure
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.