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228 Gabriele d’Annunzio

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IV.

Dorme, poggiata il capo a ’l davanzale
  de ’l balcon fiorentino,
  la Titania di Shakspeare; e un divino
  sogno da ’l cuor lunatico le sale.

Una rete d’argento siderale
  i suoi capelli accoglie,
  e luminose fasciano le spoglie,
  dei colubri la sua forma ideale.

Per lei tramano i ragni, su l’opale
  de l’aria, le sottili
  opere in tra li stipiti; ed i fili
  aurei tremano a l’alito immortale.

Così, Donna Francesca, entro il natale
  albore di Selene,
  ora dormite; e, in torno a le serene
  bellezze, io vo tramando il madrigale,

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