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Donne | 237 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Isaotta Guttadauro, 1886.djvu{{padleft:243|3|0]]
E tutto diverrà per t’onorare
Mirra, Olibano, Incenso e Belzuino;
e saliranno come ad un altare
i cuori a te, con giubilo divino.
La carne è santa. È l’immortale rosa
che palpita di suo sangue vermiglia.
È la madre de l’uomo ed è la figlia.
Ed è quella che sta sopra ogni cosa.
Ella racchiude, come un’urna aromi,
tutte le voluttà, tutti i dolori.
Ha l’ardente opulenza ella de’ pomi,
ha la soavità casta de’ fiori.
Quale a notte in un tempio una fontana
mormora ascosa e dà voci di lire,
fa il sangue in lei pe ’l ritmico fluire
una musica assai dolce e lontana.
La carne è santa. Guai a chi non piega
l’anima innanzi a lei; però che tristo
egli l’essere suo nega, e rinnega
il suo divin maestro Gesù Cristo:
Gesù che, fatto carne, in su la croce
morì ne la montagna solitaria,
Gesù che, fatto carne, ebbe in Samaria
verso la donna così mite voce.