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A GIUSEPPE CELLINI

I.

Cellini, erami assai duro ed ingrato
il tempo, quando in cieca ira venia
a ’l grand’assedio de la vita mia
Amore con suo dardo avvelenato.

Ben ora a più gioconda signoria
una donna il mio senso ha costumato,
risuscitando ne ’l mio cor placato
uno spirto amoroso che dormìa.

Con che mitezza accenna la sua faccia,
tra ’l diffuso fiorir de’ ricci biondi,
in un colore angelico di perla!

Ride l’anima mia, solo a vederla;
tal serena bontà fuor de’ profondi
occhi le sgorga, che tutto m’abbraccia.

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