< Pagina:D'Annunzio - Isaotta Guttadauro, 1886.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Isaotta Guttadauro, 1886.djvu{{padleft:29|3|0]]

I.

— O madonna Isaotta, il sole è nato
vermiglio in cima a ’l bel colle d’Orlando:
ei su’ vostri balconi ha ravvivato
le rose che morian trascolorando.
Sorga da l’ampio letto di broccato
or la vostra beltà lume raggiando.
O madonna Isaotta, il sol che v’ama
con un lucido cantico vi chiama;
e gridano i paoni a quando a quando.

Udite voi salir nostre preghiere
o ancor vi tiene il Sonno in tra le braccia?
Dolce sarebbe a’ nostri occhi vedere
i primi raggi su la vostra faccia
ove il trapunto lin de l’origliere
ne la notte lasciò sua rosea traccia.
Palpita il vostro sen con più veloce
ansia a’ richiami de la nostra voce,
mentre la fante il busto alto v’allaccia?

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.