< Pagina:D'Annunzio - Isaotta Guttadauro, 1886.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Sonetti delle fate | 87 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Isaotta Guttadauro, 1886.djvu{{padleft:93|3|0]]
GRASINDA
Dorme Grasinda in mezzo a’ suoi tesori,
ove l’incanto un sonno alto le impose.
E l’intima dolcezza de le cose
ver lei migra in assai vaghi romori.
Fremono a torno li alberi canori,
da la grande armonia piovendo rose
quasi che per virtù misteriose
si rispandano i suoni in rari fiori.
Lento il corpo ne ’l sonno a ’l ritmo cede:
compongonsi le membra agili in arco
e prendon forma di lunata lira.
Si tendono le chiome argute al piede
facendo strano a’ due pollici incarco;
e su tal corda l’anima sospira.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.