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LAUDI DEL CIELO E DEL MARE |
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Mirasti i due volti, e quegli occhi?
Euridice! Orfeo! Notte eterna.
Ah parlami di quel dolore,
di quella bellezza, Ermerote!
2982E poi fa ch’io beva l’oblio.„
X.
La salutammo nel porto
con ilare grido vedendo
il candido fianco apparire.
Tra le Onerarie ventrose
più snella ci parve, leggera
2989come fasèlo o liburna.
L’albero la verga le sàrtie
la gran randa i piccoli flocchi
il bompresso trincato
le commessure del ponte
le boccaporte e le cùbie
e le caviglie e i bozzelli
2996e tutti gli attrezzi minuti,
canape legno metallo,
amammo di vigile amore
come vena per vena
e nervo per nervo le membra
viventi di fragile amica.
Più che l’odor del mentastro
3003ci piacque l’odor della nave.
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