Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
DELLA TERRA E DEGLI EROI |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, I.djvu{{padleft:141|3|0]]
vili a piè delle deserte
acropoli, ti disconosce;
e t’è più strània di quella
3122che tolse i tuoi numi alle fronti
de’ tuoi templi in ruina
per trarli mùtili e freddi
nella sua caligine sorda.
Ma i Miti, foggiati di terra
d’aria d’acqua di fuoco
e di passione furente,
3129sono il tuo popolo vivo.
Vivi palpitar li sentimmo
sul nostro cuore umano
stringendoli; e ancóra in segreto
ci dissero qualche inattesa
parola e ci diedero un’arme
per meglio combattere o un ritmo
3136ci appresero novo
per meglio gioire. Verremo
di gleba in gleba, di selce
in selce noi pellegrini
inchinando il cuor nostro umano
su la deità che l’assempra?
Ahi, l’ora è breve e il vento
3143volubile, ed è necessario
compiere altri perìpli
finché la carena sia salda;
e a consumabile tizzo
la nostra sorte anco è avvinta.
- 127 - |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, I.djvu{{padleft:141|3|0]]