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DELLA TERRA E DEGLI EROI

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fiso allo spettacolo immenso.
Passavano senz’ombre
su le inviolabili fronti
le nubi in cui la certezza
del Sol nascituro
3752era già luce, era già fiamma.
Pel grembo intatto dell’alpe,
che chiudea le moli profonde
del marmo, sacre ai colossi
ai templi ai teatri novelli,
crosciavan le sorgenti,
aulivano i cèspiti, i covi
3759i favi i nidi parlavano.

“Euplete! Eurètria!„ S’udiva
sul grido dei Portatori
di fuoco irrompere a quando
a quando un nome invocato
come il benefico nome
d’una deità imminente.
3766“Energèia!„ Fuggito
dagli occhi umani era il sonno
bestiale della stanchezza.
Libere eran tutte le braccia
dal travaglio servile,
libere per l’ornamento
del mondo. La cieca materia,
3773animata dal ritmo
esatto, operava indefessa
su la cieca materia;


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