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DELLA TERRA E DEGLI EROI

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5229del lungo stadio, o Ulissìde.

Tu eri il più sobrio e il più casto;
e, se il compagno avea sete,
perché quegli bevesse
tu non bevevi, contento.
E nei polverosi cammini,
per l’erte difficili, amavi
5236portare l’ingombro dei pesi,
né per ciò mutavi il tuo passo
espedito; ché il tuo bel corpo
era immune d’adipe ignavo,
come l’ottime spiche
arente sotto il mai curvo
tuo capo d’oro, Ulissìde.
5243Intento a disciplinarti
eri sempre, anco ne’ piaceri
fugaci, e ad apprendere molto,
ad essere industre tu solo
come uomini molti; e sapevi
apprestarti il tuo cibo
e rimendar la tua veste
5250come la tua vela, Ulissìde.

Compagno diletto, che mai
mi fosti grave e mai con l’ombra
tua mi togliesti il mio sole,
non più dunque presso il timone
seduto su fascio di corde
io ti leggerò l’avventura


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