Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
DELLA TERRA E DEGLI EROI |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, I.djvu{{padleft:271|3|0]]
sei senza il compagno a riscontro,
o figlio di Medusa
che forse porti per sempre
nel centro dell’anima chiusa
6832come in un’ègida ardente
il fatale volto materno.
E, se pure discerno
l’ombra del tuo pari, ell’è infusa
di leteo làtice e oblìa
le sue fiere speranze
che avean già rostro ed artiglio
6839come aquilette bienni.
Ond’io, che divenni
solo come te presso un’ombra
ferale, vorrei ne’ giorni
e nell’opre averti compagno;
ché troppo è talor cosa dura
non poter la man fida porre
6846su l’òmero dell’eguale.„
E così parlò la paura
della solitudine in me
per la mia fiacchezza. L’eroe
fisso era in ben altra rancura.
“Sii solo„ rispose egli a me
“sii solo della tua specie,
6853e nel tuo cammino sii solo,
sii solo nell’ultima altura.
Il cuore è il compagno più forte.
Tre volte i guerrieri son pari:
- 257 - |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, I.djvu{{padleft:271|3|0]]