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LAUDI DEL CIELO E DEL MARE

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sprigionai, baleni d’amore
che illuminarono l’ombra
8001del Futuro pregna di mondi.

Splendete e sonate, o parole,
in questo Inno che è il vasto
preludio del mio novo canto.
Converse io v’ho novamente
in sostanza umana, in viva
polpa, in carne della mia carne,
8008in vene di sangue e di pianto.
Splendete come l’aurora
su l’alpe nutrice di fiumi,
onde scese al suo messaggero
Euretria la Decima Musa.
Risonate come le trombe
del vento che avea seppellito
8015laggiù nelle sabbie di fuoco
l’ancìpite Sfinge camusa.
Ma, prima che l’ora sia chiusa,
io voglio al Maestro sublime
alzare il saluto figliale;
poi, colcato sopra la terra
munifica, gli ultimi vóti
8022volgere alla Madre immortale.


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