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DELLA TERRA E DEGLI EROI

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su l’òmero, la prua
era la cima del cuore
sagliente, il lungo proteso
bompresso era il segno
1127della fecondante potenza.
E come a un amplesso d’amore
io tendeva al lito ricurvo,
portato dal cielo e dal mare.
O Ellade, e io credetti
che dal tuo grembo di marmo
avuto avrei finalmente
1134il figlio che invoco immortale!

Torrido soffio affocante [L’approdo a Patre]
qual fiato di mille fornaci
su l’acqua del porto oleosa
e corrotta; lezzo di tetre
cloache, di putridi frutti,
di torbidi fumi, di fecce,
1141di sevi, di spezie, di vini,
d’acri fermenti, d’umani
sudori; terribili pietre
consunte dal traffico immondo,
riarse da Sirio, insozzate
dall’escremento dell’ebre
ciurme, dei cavalli, dei buoi
1148stupiti ancor barcollanti
in lungo rullìo di tempesta;
tristi anelli di nero ferro,
ormeggi più tristi


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