Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
LAUDI DEL CIELO E DEL MARE |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, I.djvu{{padleft:78|3|0]]
E disse un de’ cari compagni
tornando alla nave ancorata:
“Aedo, tu désti la dramma
a Elena figlia del Cigno, [La vecchiezza di Elena]
che fatta è serva millenne
d’una meretrice di Pirgo.„
1330Vidi il pastor frigio su l’Ida
pascere col flauto l’armento
all’ombra dei pini chiomosi,
innanzi che in talamo eburno
ei s’avesse Elena di Sparta.
E disse il compagno: “L’estremo
Eroe cui ella soggiacque
1337nomavasi, come l’idèo
rapitor suo primo, Alessandro.
Su quella zona terrestre
che si protende arenosa
tra il Mediterraneo Mare
e il Mareotide Lago,
il giovine Eroe la premette;
1344e fu la lor prole Alessandria.„
Alessandria! Alessandria!
La forza la gioia la gloria
del trionfatore d’imperi
e il van balbettìo faticoso
del calvo grammatico! Io dissi
meco: “Se ancóra l’impronta
1351dei lombi divini rimane
laggiù nella sabbia palustre,
- 64 - |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, I.djvu{{padleft:78|3|0]]