Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
DELLE LAUDI - LIBRO |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:140|3|0]]
Tutto rigato dalla schietta vena
“Sol d’oleandro voglio laurearmi„
io dissi. Ed Aretusa era contenta;
410e recise per me altri due rami
e fè l’atto di cingermi le tempie
dicendomi: “Pe’ tuoi novelli carmi!
Che la cerula e fulva Estate sempre
abbia tu nel tuo cuore e in te le rime
415nascano come le sue rose scempie!„
E il giorno estivo non potea morire,
ma sorrideva sopra il bianco mare
silenziosamente senza fine;
e la notte, che avea parte ineguale,
420spiava il bel nemico dalle chiostre
dei monti azzurra come te, Cyane.
Ebri e tristi d’aver bevuto a troppe
fonti e incantato il cor per tutte guise,
cercammo il grembo delle donne nostre.
425Ma la Melancolìa venne e s’assise
in mezzo a noi tra gli oleandri, muta
guatando noi con le pupille fise.
- 130 - |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:140|3|0]]