< Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
DELLE LAUDI - LIBRO |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:156|3|0]]
bramire. Udremo a notte le sue lunghe
40muglia, udremo la voce sua di toro;
sorgere il grido della sua lussuria
udremo nei silenzii della Luna.
L’IPPOCAMPO.
V
IMINE svelto,pieghevole Musa
furtivamente
fuggita del Coro
5lasciando l’alloro
pel leandro crinale,
mutevole Aretusa
dal viso d’oro,
offri in ristoro
10il tuo sal lucente
al mio cavallo Folo
dagli occhi d’elettro,
dal ventre di veltro,
ch’è solo l’eguale
15del sangue di Medusa
ahi ma senz’ale!
Offrigli il sale,
sonoro al dente,
- 146 - |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:156|3|0]]
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.