< Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

DELLE LAUDI - LIBRO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:204|3|0]]


l’uva con i suoi pampani e i suoi tralci,
le pèsche e i fichi su la chiara stoia,
e le ulive dolcissime di Calci
40in salamoia.

Infra l’ombrìna e il dèntice la triglia
grassa di scoglio veggan rosseggiare,
e il vino di Vernazza e di Corniglia
nelle inguistare.

45Anche avremo di miele e di friscello
la focaccia che fu grata a Priapo,
e ghirlanda di cùnzia e d’albarello
per ogni capo.

O fanciulli, e per voi saremo lauti.
50Io farò sì che ognun di voi ricordi
la mia feria d’agosto, ma se i flauti
non sien discordi.

Accendete le faci, e andiam nel bosco
a rischiarare l’ospite che viene.
55Odo tinnire un riso ch’io conosco,
ch’io mi so bene.


- 194 -

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:204|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.