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DELLE LAUDI - LIBRO |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:272|3|0]]
che quasi dalla sabbia non divaria.
20Isciacquìo, calpestìo, dolci romori.
Ah perché non son io co’ miei pastori?
le terme
del tuo cielo riempiere la bocca
rotonda della maschera di pietra
in cima alla colonna che si sfalda
5nei secoli, convolta dal rosaio
che si sfoglia nell’ora, entro quel chiostro
quadrato che di biondo travertino
chiarisce il cotto delle antiche Terme.
Forse d’Orfeo ragionerei con Erme
10sul margine del fonte ove i delfini
reggon la tazza in su le code erette;
o forse udrei l’ammonimento grave
dei due neri superstiti cipressi
ai due lor verdi cipressetti alunni
15che crescono ove caddero i maggiori
percossi dalla folgore di luglio.
O forse mi parrebbe, oltre il cespuglio
soave, udire l’ànsito del servo