Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
DELLE LAUDI - LIBRO |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:296|3|0]]
quei che intende i linguaggi degli alati,
strida di falchi, pianti di colombe,
ch’eguale offre il cor candido ai rinati
120fiori e alle tombe,
quei che fiso guatare osò nel cèsio
occhio e nel nero l’aquila di Pella
e udì nova cantar sul vento etesio,
Saffo la bella,
125il figlio di Vergilio ad un cipresso
tacito siede, e non t’aspetta. Vola!
Te non reca la femmina d’Eresso,
ma va pur sola;
ché ben t’accoglierà nella man larga
130ei che forse era intento al suono alterno
dei licci o all’ape o all’alta ora di Barga
o al verso eterno.
Forse il libro del suo divin parente
sarà con lui, su’ suoi ginocchi (ei coglie
135ora il trifoglio aruspice virente
di quattro foglie
- 286 - |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:296|3|0]]