< Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
TERZO - ALCIONE

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:49|3|0]]

50ai vitiferi colli dei Volsci,
fino a Minturno ov’erra
nel limo l’ombra di Mario,
fino a Sinuessa
ebra di Massico forte,
55fino alle auree porte
della Campania promessa,
in un mar di frumento
innumerevole
come le trionfate stirpi
60della tua guerra!


O
ARCE della Terra,

nel dipartirmi
da te, al conspetto dell’Agro
ebbi presagio cruento
65che m’infiammò d’amore
più novo e gagliardo
per tutte le tue are
e per tutte le tue tombe.
Vidi campo di rossi
70papaveri vasto al mio sguardo
come letto di strage,
come flutto ancor caldo
sgorgato da una ecatombe.


- 39 -

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:49|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.