< Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

DELLE LAUDI - LIBRO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:58|3|0]]

ebri di strepito.
275Ecco il fiore del sangue latino.
Ecco gli otri gonfi di vino.
Ecco la sapa dolce a mescere.
Ecco l’arido pane che asseta.
Ecco la tazza di creta,
280foggia antica e ne’ secoli bella,
ampia come bucranio,
rosea come mammella.
Ecco tutto il tripudio!
Versate i manipoli
285sul suol vulcanio,
versate dal plaustro
accline i manipoli
come da cornucopia.
Tutta la terra è roggia
290più che sinopia
agli occhi torbidi.
Il vento turbina,
suscita polvere in vortici.
Versano i plaustri
295nell’aia l’oro stridulo.
L’oro s’accumula.
Dispare il suolo igneo
sotto la congerie
innumerevole.


- 48 -

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:58|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.