Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
TERZO - ALCIONE |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:67|3|0]]
5e le cicale cantano sui platani
d’Arno a tenzone.
Come l’Estate porta l’oro in bocca,
l’Arno porta il silenzio alla sua foce.
Tutto il mattino per la dolce landa
10quinci è un cantare e quindi altro cantare;
tace l’acqua tra l’una e l’altra voce.
E l’Estate or si china da una banda
or dall’altra si piega ad ascoltare.
È lento il fiume, il naviglio è veloce.
15La riva è pura come una ghirlanda.
Tu ridi tuttavia co’ raggi in bocca,
come l’Estate a me, come l’Estate!
Sopra di noi sono le vele bianche,
sopra di noi le vele immacolate.
20Il vente che le tocca
tocca anche le tue pàlpebre un po’ stanche,
tocca anche le tue vene delicate;
e un divino sopor ti persuade,
fresco ne’ cigli tuoi come rugiade
25in erbe all’albeggiare.
S’inazzurra il tuo sangue come il mare.
L’anima tua di pace s’inghirlanda.
L’Arno porta il silenzio alla sua foce
come l’Estate porta l’oro in bocca.
- 57 - |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:67|3|0]]