< Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

DELLE LAUDI - LIBRO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Laudi, III.djvu{{padleft:68|3|0]]


30Stormi d’augelli varcano la foce,
poi tutte l’ali bagnano nel mare!
Ogni passato mal nell’oblìo cade.
S’estingue ogni desìo vano e feroce.
Quel che ieri mi nocque, or non mi nuoce;
35quello che mi toccò, più non mi tocca.
È paga nel mio cuore ogni dimanda,
come l’acqua tra l’una e l’altra voce.
Così discendo al mare;
così veleggio. E per la dolce landa
40quinci è un cantare e quindi altro cantare.

Le lodolette cantan su le pratora
di San Rossore
e le cicale cantano su i platani
d’Arno a tenzone.



BOCCA D’ARNO.

B
OCCA di donna mai mi fu di tanta

soavità nell’amorosa via
(se non la tua, se non la tua, presente)
come la bocca pallida e silente
5del fiumicel che nasce in Falterona.
Qual donna s’abbandona
(se non tu, se non tu) sì dolcemente

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.