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TERZO - ALCIONE |
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35di salci giovinetti,
cupe conche pescose,
ombre che il quadrel d’oro
fiede, ambigui meandri,
or chi di voi si gode
40e tempra nel cor suo la vostra lode?
Questa è la foce; e quanto
paese l’acqua corre,
che non godiamo immoti!
Le valli sono cave
45come la man che beve,
i monti gonfii come
mammella non premuta.
Il gregge passa il guado.
Il mulino rintrona.
50Solingo è un fonte nella Falterona.
Cade la sera. Nasce
la luna dalla Verna
cruda, roseo nimbo
di tal ch’effonde pace
55senza parola dire.
Pace hanno tutti i gioghi.
Si fa più dolce il lungo
dorso del Pratomagno
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