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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:100|3|0]]tomba. Fra poco sarà della chiesa. Domani sarà portato al cimitero, deposto nel deposito, in una stanza estranea, incognita. Tre volte lontano.
Un prossimo giorno sarà sprofondato nella terra, calato nella fossa, sepolto. Quattro volte remoto.
Mi pareva ancor mio, dianzi, se bene disfatto, se bene difformato. Ora è prigione.
Ha con sé le rose su i suoi piedi rotti.
Non si potrebbe levare, neppure se il Cristo lo chiamasse.
La piastra di piombo lo grava. La saldatura è compiuta, il suggello è perfetto.
Ora è là, non più con la nostra aria, con l’aria che io respiro, ma con la sua aria, con l’aria della tomba, con l’aria dell’eternità, che non consumano i suoi polmoni entro le sue costole infrante.
L’uomo grigio fa l’esame della sal-