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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:102|3|0]]traverso il materasso.... Mi pare che il cuore mi cada giù, sotto il calcagno.
Un marinaio porta la segatura, e vedo che i due saldatori la spargono sul coperchio di piombo. Perché?
Per l’umidità, per proteggere il metallo dall’umidità.
Affinché la segatura entri bene nell’interstizio fra la cassa di legno e quella di piombo, i due uomini cominciano a sbattere le palme delle mani aperte contro il fianco del legno rapidamente, come fanno certi manipolatori di muscoli. So che questo modo, in quell’arte, ha un nome speciale. Il legno rimbomba. Chiudo gli occhi.
Imagino che il mio amico supino si svegli e dia di dentro quei colpi. Sento come il mio spirito stremato sia prossimo al delirio e all’allucinazione.
«Basta! Basta!» grido dentro di me, ma il grido non esce.