< Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

notturno 91

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:103|3|0]]

Quegli uomini seguitano meticolosamente, sinché l’interstizio non è pieno.

Poi spargono sul coperchio la restante segatura.

Poi prendono il coperchio di legno che è poggiato alla parete.

La fiamma rugge tuttavia, posata a terra, presso la finestra nascosta dalla bandiera tesa.

Il coperchio di legno è collocato nel suo luogo, premuto, calettato. Uno degli uomini conficca e gira le viti.

Sul coperchio è una croce dorata e una targhetta d’ottone incisa.

Un marinaio, intanto, con una strofinaccio legato a un’asta, pulisce sul pavimento la macchia di sangue. Quando ha finito, passa accanto a me, quasi mi tocca, con l’asta in alto e lo strofinaccio penzoloni.

La cassa finalmente è pronta. Sono circa le sette di sera. S’ode il grido dell’altana.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.