< Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
170 notturno

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:182|3|0]]



Toglietemi da questa ambascia. Non resisto più. Scioglietemi da questo terrore. Non posso più respirare.

Datemi un poco di luce. Aprite le finestre. Levatemi da questo buio spaventoso, dove non ho mai pace.

Interrompete almeno per un’ora questo supplizio delle visioni, questo martirio delle apparizioni orrende.

Non so più resistere.

Ho voglia di strapparmi le bende e di strapparmi gli occhi.

Voi mi bendate la fronte, mi fasciate le palpebre, mi lasciate nell’oscurità.

E io vedo, vedo, sempre vedo. E di giorno e di notte, sempre vedo.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.