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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:188|3|0]]ho mai domandato ad alcuno di risparmiarmi.
Ma questa volta domando, questa volta supplico.
Eccola! È fatta di me, è intrisa di quella mia tristezza che non mi montò mai fino al cuore perché pesava troppo.
E ora mi monta all’orlo degli occhi, là dove a tutti gli uomini arriva il mare del pianto.
È triste di me, è vecchia di me, è inferma di me.
È mia madre.
Per viatico del cammino verso la guerra ebbi un commiato più straziante di quello che dà con l’ultimo bagliore dell’anima il moribondo senza parola.
Non l’avevo più riveduta dall’ora della mia partenza per l’esilio volontario.
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