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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:198|3|0]]diede l’esempio fin dai primissimi anni. Eppure, mentre mi preparavo a prendere da lei il commiato di guerra, il cuore non cessò mai di torcersi e di riluttare, oppresso da un presentimento di insostenibile pena.

O troppo lungo viaggio, corsa che l’ansia non poteva accelerare, attraverso il paese devastato, attraverso le rovine del Fùcino, attraverso la Màrsica piena di macerie e di mèssi, piena di vedove e d’orfani, piena di gramaglia e di pallore e di fatica dalle braccia contuse!

La mia devozione aveva già fatto patto con la morte, come un marinaio, come un fante, come un volatore senza nome. Nell’alba del 25 maggio avevo detto a compagni adunati: «Nessuno di voi, certo, sapeva di tanto amare questa Gran Madre. Ma chi di noi primo saprà per lei morire? C’è tra noi qualcuno già segnato, già eletto? Foss’io colui! Non

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