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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:199|3|0]]mi mentisca il presagio, non mi mentisca il presentimento».
Avevo detto: «Non abbiamo ormai altro valore se non quello del nostro sangue da versare; non possiamo essere misurati se non a livello del suolo conquiso. Ecco l’alba, o compagni, ecco la diana; e fra poco sarà l’aurora. Abbracciamoci e prendiamo commiato. Quel che abbiamo fatto è fatto. Ora bisogna che ci separiamo e che poi ci ritroviamo. Il nostro Dio ci conceda di ritrovarci, o vivi o morti, in un luogo di luce.»
Ma bisognava accomiatarsi dalla madre mortale prima di donarsi alla madre immortale.
Mi rappresentavo gli addii dei piccoli soldati, dei volontarii di sedici anni, degli anziani di cinquanta, là per quella campagna amara; e imaginavo le madri in piedi, su la soglia o in capo di strada, diritte nelle pieghe del grembiule bruno.
E la paura non cessava di serrarmi