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8 | notturno |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:20|3|0]]apparizioni si agitano. Poi tutto fugge, portato via dal turbine rosso, come un mucchio di tende nel deserto.
L’orlo della retina strappata brucia accartocciandosi come il papiro dantesco; e il bruno cancella via via le parole che vi sono scritte.
Leggo: «Perché due volte m’hai tu deluso?»
Il sudore salso mi cola fin nella bocca misto alle lacrime delle ciglia compresse.
Ho sete. Domando un sorso d’acqua.
L’infermiera me lo nega, perché m’è vietato di bevere.
«Tu ti disseterai nel tuo sudore e nel tuo pianto.»
Il lenzuolo aderisce al mio corpo come quello che involge l’annegato stillante di sale, tratto alla riva e deposto su la sabbia sinché non venga qualcuno a riconoscerlo, a chiudergli le palpebre schiumose e a ululare sul suo silenzio.