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212 notturno

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Inebriatemi di musica.

Fatemi piangere ancóra lacrime d’anima.

Toccate con la melodia il fondo della mia piaga, a suscitarvi i colori indicibili che non appariscono se non nello spettro luminoso delle stelle.


Ecco che io sono come all’inizio del dissolvimento. Sono pieno di sostanze che si disgregano e di succhi che fermentano. Odo in me i gorgógli che udii già nell’alta notte vegliando le salme tra le corone funerarie.

E io vivo tuttavia maravigliosamente. Il mio spirito è il cristallo di tutti i misteri. L’immenso flutto lirico della creazione lo attraversa

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