Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
268 | notturno |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:280|3|0]]come la vita, inebriante, promettitrice, trasfiguratrice.
Sto diritto, sopra i miei due piedi calzati di scarpe leggère che facilmente si slacciano, sto diritto sopra il ponte di questa piccola nave da battaglia, dove non c’è posto che per l’arme e per il combattente.
Le macchine sono già sotto pressione. Il nuvolo nero dei tre fumaiuoli monta verso la dolce luna novella, che vi splende gialla per entro bruciando come un pugno di solfo.
I marinai hanno già intorno al torace il salvagente e hanno già gonfiato il collare che deve sostenere la testa nell’agonia del naufragio.
Odo la voce del secondo che ordina di mettere nei due soli canotti di salvataggio la galletta e la carne in conserva.
Un giovine ufficiale, nervoso e pieghevole come un leopardo, che ha gli occhi stessi dell’audacia, per aver