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notturno 291

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:303|3|0]]lembo del Bosco Cappuccio, e Ronchi, e Doberdò, e la macchia di Monfalcone, e i fumaioli, e la Rocca, e Duino, e la smotta rossa di Sistiana, e Miramar, e Barcola, e Trieste laggiù come una forma di luce, come mi apparve la prima volta dall’alto fra i tiranti dell’ala, tutta lieve e raccolta, quasi pudica.

Una libellula trasparente si posa sopra una foglia di quercia. Un’allodola si spazia cantando e non si sazia.

Odo tra gli alberi già malati d’autunno le voci dei marinai e delle cornacchie.

Un gabbiano brilla nell’aria come un idròttero da caccia.

I pioppi d’oro digradanti mi rapiscono musicalmente come uno sminuire di arpa.

«Pezzo uno, attenti! Castagnola, fuoco!»

È il primo colpo. La sinfonia comincia. Tutte le valli rombano.

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