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notturno 337

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Tregua breve. Di nuovo l’ansia mi sforza il cuore, l’ambascia mi vuota il petto.

Luigi Bresciani e Roberto Prunas vengono a visitarmi; e m’annunziano che domattina faranno la prova di lungo volo e che quella prova sarà finalmente ritenuta come la collaudazione del grande apparecchio marino in cui tutti noi combattenti adriatici abbiamo riposto le nostre speranze di predominio e di vittoria.

Il cuore mi batte così rapido che mi par di morire. Il rombo m’impedisce di udire le parole. Sento che Gino si piega su me e mi pone la sua mano sul petto. Perdo il senso del tempo e del luogo. Siamo come quando ci appoggiammo l’un contro l’altro per sostenerci, mentre i quat-

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