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notturno 341

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:353|3|0]]sembra ti aiuti a liberare dalla legge del peso le tue costruzioni esatte?

Non so perché stasera tu m’abbia lasciato tanto rammarico. Mi sembra d’aver sul petto affannoso l’impronta della tua mano.

Tu hai qualche volta il viso d’un bambino; e parlavi a me come a un bambino, nel promettermi che avresti aspettato me per condurre la prima volta il tuo apparecchio sopra il nemico.

Avevi l’aria di volermi illudere.

Ma io mi leverò. Fra pochi giorni io mi leverò. E ricomincerò. E ti dico che nessuna impresa temeraria potrà esser fatta senza la mia fortuna.

Io mi sono vergognato di voler guarire. Ma ora so che mi son lasciato martirizzare inutilmente. Il mio occhio è perduto. La farfalla prigioniera non c’è più, e non c’è più la felce. Un orribile ragno nero ha collocato nel centro il suo addome d’un sol pezzo. E non lo caccerà nessuno.

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