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344 notturno

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Lo sai? I miei carnefici non mi lasciano bere.

Mi sono severi come tu fosti severo a Luigi Bologna quando cadeste in mare con l’apparecchio e rimaneste nel mare nemico, e dopo ore ed ore di tentativi egli non poteva più tollerare il tormento della sete e voleva dissetarsi con l’acqua del tuo radiatore, e tu gli puntasti la pistola alla tempia e gli dicesti: «Se mi togli una goccia, ti sparo.»

Quanto mi piacque di te questo atto eroico verso un compagno eroico, per la salvezza dell’arma e di due combattenti! Di te che hai un sorriso così timido, di te che porti inclinata verso la spalla sinistra quella tua testa imberbe e bionda di guardia marina.

Ma stanotte, compagno, lasciami bere un sorso d’acqua del tuo radiatore.

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