< Pagina:D'Annunzio - Notturno.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
356 notturno

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|D'Annunzio - Notturno.djvu{{padleft:368|3|0]]

Ecco che il corpo di Roberto Prunas viene a battere contro la riva.

Sono tutto di gelo.

Egli vuole essere con noi tre. Egli vuole che io l’ami come questi altri due.



La finestra è aperta. V’è qualcosa di sordo nell’aria.

Attraverso le bende vedo un albore fioco su cui passano ombre scure come donne ammantate che vadano carpone.

Sono piccole imagini, e hanno non so che grandezza.

Penso alle Supplici nell’atrio di una reggia eroica.

Ho nel profondo un dolore che segue il ritmo di questa processione incurvata da destra a sinistra.

Mi sembra che a poco a poco il mio petto s’incavi penoso e non ho la forza di sollevarlo col respiro.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.